
Siamo nel terzo millennio, periodo non cambiamenti epocali ma di totale cambio d’epoca come spesso lo stesso Papa Francesco ci ricorda.
Oggi celebriamo la festa di un grande altro Santo Papa, Giovanni Paolo II. L’uomo che ha portato con coraggio la Chiesa nel Terzo Millennio e ha annunciato Cristo in tutto il mondo traducendo la Parola di Cristo in Speranza per tutte le Nazioni coniugando la stessa parola alla giustizia, alla pace, al dialogo, alla dignità dell’uomo.
Che sia oggi un giorno di analisi sul nostro essere cristiani. Perchè siamo cristiani? Per andare a Messa la Domenica? Per fare riti e preghiere? Per fare qualche opera o essere catechisti e operatori?
Essere cristiani è portare la concretezza della gioia di Cristo che si traduce in cose concrete in ogni luogo e in ogni tempo, in attenzione all’uomo e tutte le sue questioni.
Cristo è la Pace e la Speranza dice la prima lettura di oggi.
Una domanda di fondo: siamo felici di essere cristiani?
Lc 12,35-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».
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