6Novembre2024 – LA PROPRIA CROCE – (Mercoledì 31ma Tempo Ordinario pari)

Per secoli, ancora oggi, c’è una diffusa idea che l’espressione “prendere la propria croce” sia legata ad un accettare le sofferenze che la vita ci manda. Gli anziani spesso dicono “è la mia croce” parlando di una sofferenza, spesso di una frustrazione in realtà. Ci si è fatti passare di tutto alcune volte dietro questa “falsa interpretazione della sofferenza”.

Il cristianesimo è la religione dei Felici e Realizzati (l’abbiamo detto il giorno di Ognissanti), non dei frustrati e votati al dolore.

La Croce è una scelta! La scelta di aderire allo stesso stile di Cristo che si traduce nella mia vita, dalla Sua Croce alla mia croce.

Perchè Gesù parla di un progetto da calcolare e capire se si è capaci di farlo? Il Cristianesimo è meraviglioso, ma non è cosa facile. Gesù vuole essere concreto e chiaro. Sembra quasi dire “non buttarti ad essere cristiano se non sei pronto”….in realtà questo potrebbe portarci alla scusa del “ok allora non inizio”.

Gesù vuole forse dirci “Sappi che la sfida è alta, preparati per bene”.

Lc 14,25-33
 
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Fil 2,12-18

Miei cari, voi che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore.Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita.
Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi di non aver corso invano, né invano aver faticato. Ma, anche se io devo essere versato sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi. Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me.

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