
Ci fissiamo obiettivi strani alcune volte, in nome di successi, difesa del nostro potere, della nostra immagine, siamo abituati a sacrificare alcune cose, forse troppe, anche di preziose per noi.
Ci fissiamo con superbia e orgoglio, alla fine forse (o senza) abbiamo solo sacrificato noi stessi.
Inizia domani la Grande Settimana Santa, la sintesi profonda dell’Amore di Dio per l’uomo e del come la nostra umana vita possa essere letta, riletta e riempita di significa, nel momento più doloroso della vita di Cristo.
Nessun vero obiettivo e nessuna vera scelta è giusta se va male ad altri e a noi.
Attenti alle false felicità che sacrificano noi, gli altri e l’amore a noi stessi e agli altri.
Certo, alcune richiedono sacrificio in nome di beni più grandi, ma stiamo attenti ad uccidere e sacrificare le bellezze che Dio stesso ci ha donato nella vita, come talenti, passioni, progetti costruiti con le nostri doti e ingegno.
Gv 11,45-56
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione».
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli.
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».
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