Docente IRC, Pedagogista. Formatore, Orientatore, Counselor e Coach Professionista. Mi occupo di Educazione, Didattica, Formazione, Counseling, Crescita personale, Servizio Civile, Dottrina Sociale, Spiritualita'.
Categoria: Riflessioni sulla Parola
Non ci classifichiamo e non classifichiamo altri come buoni o cattivi.
Siamo tutti” gregge” bisognosi di una guida, siamo tutti fragili bisognosi di fesa.
Gesù si propone come un Pastore che indica la strada dell’Amore, della Fraternità, del coraggio dell’Amore e della meravigliosa e vincente fatica della Fraternità.
Ascolta qui, dal video, l’audio completo della riflessione per questa Domenica
Ci sono fallimenti che alcune volte davvero non mandiamo giù, perchè ci feriscono nell’orgoglio di ciò che siamo, sappiamo fare e nell’impegno utilizzato.
Il Risorto ci indica vie nuove, alternative nuove, spesso rivedendo in ottica diversa la solita routine.
Cristo ci ama, sempre, anche nei piccoli passi che facciamo!
Ascolta qui, attraverso il video, l’audio riflessione completa alle letture del giorno
Ultimo giorno di questo percorso quaresimale insieme, 46 passi nel deserto dal Mercoledì delle Ceneri al Sabato Santo. Spero siano stati utili, un percorso alla scoperta di Dio che ci illumina a rileggere, riscoprire, riprogrammare la nostra fragile e meravigliosa umanità.
Oggi è il giorno del riposo e del silenzio.
Siamo figli di una società con “l’ansia da prestazione”, della frenesia, sentiamo sempre la necessità di fare qualcosa, di esser al top con cose da fare, pensare, programmare.
Ci prende l’ansia, l’inquietudine. Il silenzio ci spaventa quasi, ci crea disagio e sofferenza.
Eppure Dio insegna questo oggi. Ci sono momenti nella vita in cui non si può far altro che fare silenzio.
Davanti a ferite e mali subiti a cui non si può riparare e altro non possiamo fare che interiorizzare e liberare il cuore da rabbia e dolore.
Davanti ad errori che noi abbiamo commesso e non possiamo al momento fare nulla per riparare altro non possiamo fare che pentirci in silenzio.
Davanti a passi che vorremmo fare ma di cui non abbiamo ancora coraggio altro non possiamo fare che continuare in silenzio a sentire il dolore di ciò che chiedere il coraggio di risorgere.
Davanti a qualcuno a cui vogliamo bene e che forse sta vivendo un momento negativo e non possiamo fare nulla, il silenzio è la presenza è tutto.
Dio tace, è fermo, apparentemente spiazzato ed inerme, ma è l’attesa della Resurrezione.
Che sia oggi un giorno in cui riscopriamo la bellezza del silenzio, che è forma di amore, e in questo silenzio consegniamo a Dio tutti i macigni che vorremmo che Lui rompesse, spaccasse, per aprire i nostri sepolcri e portare Resurrezione.
Chiamiamoli per nome, sarà già un inizio di Resurrezione.
Ascolta qui audio approfondimento di riflessione alla giornata di oggi
Siamo abituati a pensare all’amore con cose eclatanti, piene di emozioni. Lo associamo alla felicità ed è giusto, perché amati e amando siamo soddisfatti. Ma l’amore crea anche ferite, distacchi, rinunce. Spesso per amore si deve perdere un pezzo di se, spesso di nasconde in cose sfigurate. Come il volto di Cristo, un Dio che per amore non sembrava neanche più uomo. Che sia oggi il giorno in cui riscopriamo la possibilità di amare e il senso vero dell’amore nelle cose meno eclatanti, meno appariscenti, meno soddisfacenti, ma più piccoli, che portano coraggio e rinunce. Che sia oggi il giorno in cui ogni nostra ferita sia riempita di dignità dalle ferite di Cristo che ci ama. Che sia oggi il giorno in cui riprendere il coraggio di amare anche lì dove nulla merita amore
Come dicevamo Domenica, ad inizio Settimana Santa, siano questi dei giorni in cui rileggere e ridimensionare la nostra vita.
Al centro del Giovedì Santo c’è il concetto del “dono”, inteso come Amore totale capace di donarsi.
Gesù compie due gesti separati ma uniti dallo stesso senso, uno a completamento dell’altro: spezzare il pane e lavare i piedi.
Si fa presenza per sempre e insegna come si ama davvero. E’ il Suo testamento si potrebbe dire, ciò che ci lascia in suo ricordo dicendo di continuare a fare cosi, generare azioni cosi simili.
Noi spesso, affetti da grande megalomania, siamo più portati a chiederci cosa non ci hanno dato gli altri nelle cose, accusare di torti ricevuti e cercare le nostre ragioni. Imitando Cristo dovremmo chiederci oggi noi cosa lasciamo agli altri. Gesù ci ha donato se stesso con quei due simboli, noi cosa lasciamo agli altri di noi? Per cosa potranno ricordarci? Le persone che incontriamo nella nostra vita cosa dicono di aver potuto prendere da noi?
Questo ci deve far riflettere, con profonda onestà sulla capacità di donare, amare, metterci al servizio che abbiamo.
Spesso il prezzo più alto, ma non prezioso, è proprio il rimorso che brucia dentro che si impasta con altre nostre fragilità e orgoglio e rischia di divenire una schiavitù.
Giuda ha tradito Gesù, tutto ciò che con Lui aveva costruito, per 30 denari. Credeva di guadagnarci ma ha perso. Quando Gesù lo smaschera pubblicamente la sua tensione e peso nel cuore è tremendo, lo porterà alla morte.
Giuda non ha compreso che nonostante questo fallimento, Gesù che è l’Amore reale, aveva lavato i piedi anche a lui, lo aveva già perdonato e riempito di nuovo amore. Gesù solo può guarirci da queste nostre perdite e frustrazioni delle scelte sbagliate. Ma molto spesso non riusciamo a capirlo. Lasciamoci guarire, apriamo il cuore.
Ci aiuti questa Settimana Santa a ridimensionare aspetti di noi e della vita. Giuda e Pietro tradiscono e rinnegano Gesù. Il tradimento è un atto umano, fa parte della vita. Liberiamoci da dinamiche di spiritualismo senza senso e riflettiamo sul fatto che tutti nella vita, in maniera piccola o grande, abbiamo tradito e ferito, noi stessi, altri, Dio, ideali o obiettivi. Alcune volte siamo stati come Cristo traditi e feriti. Altre volte feriamo noi come Giuda e Pietro. Gesù smette di amare e credere nell’amore? Smette di portare avanti il suo progetto? No! Smette di dare fiducia a Pietro? No accetterà successivamente il suo amore fragile e lo renderà capo della Chiesa nascente. Il tradimento fa parte dell’umano e mani deve farci smettere credere in noi stessi, nel mondo e negli altri. È una dinamica umana che Dio stesso ha vissuto e messo in conto. La vita non smette di essere vita e l’amore non smette di esistere. Avanti con forza, come Cristo, amando noi stessi e il mondo intorno.
C’è uno spreco nel Vangelo di oggi. Alcuni lo chiamano il “santo spreco”. Spendere olio prezioso per Gesù. Ne valeva la pena? La disputa è lì. Alcuni dicevano di no, tra cui Giuda, inventando scuse per altri interessi. Quante scuse inventiamo quando dobbiamo sprecare qualcosa in più per cose belle, per cambiamenti da attuare. I nostri interessi, le nostre fisime mentali, i nostri orgogli e le nostre superbie sono sempre di più e oltre da distruggere la bellezza e la possibilità di cose nuove e belle. Vogliono uccidere anche Lazzaro, il segno delle cose nuove, della forza di Cristo. E noi? Cosa siamo disposti a sprecare in nome di cose belle e nuove da realizzare? Oppure mettiamo altro davanti da distruggere le cose belle. È la Settimana in cui si ricorda Dio che ama l’uomo fino alla fine e l’uomo che distrugge la bellezza di Dio per invidia e potere.