Il nostro sguardo sulla vita, sugli eventi, sulle scelte da prendere è spesso appesantito.

Ci concentriamo sul “solito”, sulla lamentela, sul vittimismo e non sul desiderio di novità e fare sul serio le cose.

Anche la fede può diventare abitudinaria, appesantita, lamentosa. Chiediamo a Dio occhi nuovi per gustare

il Suo amore e capire quante meraviglie abbiamo da costruire anche da pezzi non perfetti.

Democrazia, sinodalità e umiltà sono spesso i primi nemici del nostro umano essere.

Anche tra i cristiani la capacità di accoglierlo l’altro, la sua idea e valorizzarlo senza affermare potere è difficile.

Fare questo chiede un sofferente sacrificio alcune volte, ma l’Amore vero ha questa caratteristica per un Bene superiore.

Essere al servizio, non per comando, ma per scelta di Amore.

Alla felicità ci sembra sempre mancare qualcosa.

Eppure non abbiamo il coraggio di quel “qualcosa”, quell’osare in più, quell’andare oltre.

Abbiamo il DNA di Dio e siamo fatti per donare, in questo siamo noi stessi e siamo felici.

Ci aiuti la Parola di Dio a dare un nome a quel qualcosa, ci aiuti ad avere la giusta misura tra coraggio e prudenza.

In alcune situazioni che possono richiedere a noi maggiore impegno spesso facciamo silenzio, ci defiliamo o peggio attacchiamo gli altri di non fare.

Siamo più propensi a cercare come emergere e come guadagnare che calcolare quanto amore va investito nelle situazioni e nelle prove da superare.

Cristo propone la cura: UMILTA’ E FRAGILITA’.

Recuperiamo il nostro concetto di fragili bisognosi di fraternità e non di nemici da combattere.

Viviamo umiltà come capacità di mettere in circolo ciò che siamo al servizio di altri.

Alcune volte le nostre relazioni diventano disordinate.

I criteri con cui facciamo delle scelte e diamo priorirà alle cose diventano confusi e disordinati generando una vita triste e agitata.

L’invito di oggi è a RICENTRARSI IN CRISTO, reimpostare il nostro navigatore

in Lui, chiederci che valore ha davvero in noi.

Da li saranno ricentrate anche le relazioni, le questioni, le priorità e sopratutto la nostra felicità e serenità.

Ci sono momenti in cui ci sentiamo davvero smarriti, persi, poveri di tutto e forseanche non meritevoli di nulla.

Le nostre orecchie sembrano chiuse a qualsiasi messaggio positivo e dalla bocca escono solo parole negative, tristi e vuote.

Coraggio!!!

Cristo non fa preferenze, anzi ogni tua povertà per Lui è motivo di amore.

Lasciati riempire il cuore e le orecchie di parole nuove perchè tu posso dire e fare cose belle.

Quando ci poniamo nella condizione di non avere più nulla da imparare, non metterci più in crisi e discussione, rischiamo di accendere in noi un senso di insoddisfazione continua verso il mondo esterno, aumentando agitazione e frustrazione.

Accettare Cristo come Pane, Parola che sazia la fame di dare senso è accettare di sentirsi piccoli e mettersi in cammino.

Decidiamo tra la lagna dell’immobilismo o il metterci in dinamico cammino di crescita.