Nel cammino della vita, verso i nostri obiettivi positivi e verso la nostra felicità, vanno operate delle scelte.

Preparare la strada al Signore è fare delle scelte.

Senza scelte la Speranza non si costruisce.

Troppo spesso ci piace restare nella zona di comfort, dove mi abituo anche al male, pur di non fare la fatica della scelta e del ripulire ciò che non è bello.

La Speranza deve attendere qualcosa. Addormentati e senza obiettivi non c’è Speranza. Se quel qualcosa è un qualcuno, allora l’attesa e la Speranza si riempiono di passione, emozioni.

Se quel Qualcuno è Cristo, l’attesa diventa una lotta tra il bene e il male, il buio e la luce, la solitudine e l’Amore,certi di avere una risposta e non essere soli.

Non era forse meglio la Festa di Cristo Presidente? Più moderna e meno pomposa? Non è una questione politica.

Il Re rende meglio. I figli dei Re sono Re di diritto. Noi siamo figli di Dio e quindi di diritto siamo figli dell’amore. Il Dio che si fa piccolo e ama l’uomo, si prende cura di noi e della nostra fragilità

Questo siamo chiamati a fare: amare, darci attenzione alle grandi e piccole cose, prenderci cura degli altri.

Che sapore diamo alla nostra vita? È questa la domanda davanti al Vangelo di oggi. Non divisione tra buoni e cattivi. Tutte e dieci le vergini si addormentano. Capita a tutti nella vita di perdere di vista alcuni obiettivi. La domanda è sul senso che ha alimentato la nostra vita, con quale responsabilita’ l’abbiamo vissuta, come l’olio delle lampade. Guardare alla morte, al giorno finale, deve farci capire con quale Sapienza, senso, scala di valori, priorità, responsabilità stiamo vivendo la vita. Buone o cattive azioni dipenderanno da questo.

Siamo tutti DISCEPOLI del Maestro Gesù. Tutti suoi FIGLI amati nella nostra povera umanità. Se dimentichiamo questo e ci poniamo invece noi nel ruolo di MAESTRI e PADRI di altri in nome di Cristo uccidiamo la parola FRATELLO e faremo solo danni.

La legge del Vangelo non sarà più amore per prendersi cura degli altri, ma un peso per giudicare e classificare.

Un ricordo grato a quanti ci hanno preceduto che, come i Santi, ci hanno insegnato il senso ed il gusto della vita.

Uno sguardo rispettoso verso la morte che lascia dolori nel cuore. Uno sguardo essenziale verso la morte che ci riporta ad una vita più concreta, attenta, libera da mille inutilità in cui perdiamo il nostro tempo e le nostre energie.

Le vite della maggior parte dei Santi non sono state semplici.

Le vite di tanti nostri antenati, che forse erano santi pur non essendo mai stati riconosciuti da nessuno, non erano state vite semplici.

Eppure sono state vite piene, realizzate, FELICI.

La Santità sta nello scoprire il senso profondo e vero nella vita anche tra le rughe di situazioni difficili e in esse dare il massimo di se stessi per non tradire la potente bellezza del nostro essere: FIGLI DI DIO AMATI