Gesù chiede di non creare scandali e subito dopo invita a perdonare, usare amore e misericordia.

Ci concentriamo troppo con la parola “scandalo” alle cose sessuali.

Se Gesù subito dopo una ammonizione del negativo esprime un invito a qualcosa di positivo, molto probabilmente questo è opposto al primo, un invito a migliorare.

Quanti ostacoli creiamo come cristiani perchè incapaci di essere testimoni veri dell’amore di Cristo, della Sua tenerezza e della Sua Misericordia

Non spostiamo gli alberi con la nostra Fede…ma creiamo ostacoli spesso. Parliamo di alberi simbolici…appunto di ostacoli

Una vedova, fragile e bisognosa di amore e concretezza, diventa esempio dell’amore che ha il sapore del TUTTO.

L’arroganza, la superbia, il credere di saper tutto e saper fare tutto,

la religiosità rituale senza amore e attenzione, creano invece il NIENTE.

Riflettiamo su quanto NIENTE produciamo e di quanto TUTTO di noi ci siamo bisogno intorno.

Quanto ci valorizziamo noi come consacrati?

Si, noi siamo consacrati, abbiamo una sacerdozio e una sacralità da valorizzare, vivere, far risplendere che ci è stata data nel nostro Battesimo.

Ricordare la dedicazione della Cattedrale di Roma ci ricorda dell’importanza della figura del Papa, della sua centralità e di quanto la Chiesa necessità di una figura che unisce, guida. Ed oggi preghiamo per il Santo Padre Francesco.

Ma chiediamoci come rendiamo vivo ed efficace ciò che abbiamo ricevuto col Battesimo?

Siamo figli di Dio….come si vede questo nelle cose che facciamo, nelle scelte, nelle relazioni.

E’ inutile celebrare le pietre….ricordi….idee…se non splendiamo ed operiamo noi nel mondo come figli di Dio.

Una pagina del Vangelo che desta sempre un attimo di incertezza nella riflessione. La domanda da capire è sempre se Gesù sta lodando o meno la disonestà.

Si parla di “scaltrezza”, un termine usato dall’originale, che indica la capacità di trovare una soluzione, scovare gli aspetti positivi e nevralgici da cui partire, una sorta di problem solving diremmo noi oggi.

Ieri avevamo riflettuto sull’amore ostinato di Dio che ci cerca oltre i nostri limiti. Da qui occorre ripartire, sempre!

Anche siamo amministratori disonesti della nostra vita, cioè incapaci di viverla pienamente per come Dio vorrebbe e per ciò che ci ha creati….dobbiamo sempre ripartire grazie all’amore di Dio.

Del bene, pur in mezzo a tanto male lo abbiamo sempre seminato. L’amministratore della parabola va a cercare le persone a cui ha fatto del bene per ripartire da queste.

Dobbiamo scovare i semi di bene nella nostra vita e ripartire con forza da essi senza concentrarci troppo sul dolore dei fallimenti.

I nostri peccati e le nostre fragilità sono i primi limiti alla nostra capacità di amarci. Ci sentiamo sempre inadeguati e giudici spietati verso noi stessi.

Fa parte del “…come te stesso” del comandamento dell’amore. Come possiamo amare e capire i limiti altrui se non sappiamo amare e perdonare i nostri sentendoci che Dio li perdona?

E’ questa la bellezza da riscoprire ancora una volta oggi nella nostra vita: Dio ci ama anche nelle nostre fragilità.

Per lui noi valiamo ben oltre i nostri limiti. Uno vale come novantanove. Bell’immagine!

Per secoli, ancora oggi, c’è una diffusa idea che l’espressione “prendere la propria croce” sia legata ad un accettare le sofferenze che la vita ci manda. Gli anziani spesso dicono “è la mia croce” parlando di una sofferenza, spesso di una frustrazione in realtà. Ci si è fatti passare di tutto alcune volte dietro questa “falsa interpretazione della sofferenza”.

Il cristianesimo è la religione dei Felici e Realizzati (l’abbiamo detto il giorno di Ognissanti), non dei frustrati e votati al dolore.

La Croce è una scelta! La scelta di aderire allo stesso stile di Cristo che si traduce nella mia vita, dalla Sua Croce alla mia croce.

Perchè Gesù parla di un progetto da calcolare e capire se si è capaci di farlo? Il Cristianesimo è meraviglioso, ma non è cosa facile. Gesù vuole essere concreto e chiaro. Sembra quasi dire “non buttarti ad essere cristiano se non sei pronto”….in realtà questo potrebbe portarci alla scusa del “ok allora non inizio”.

Gesù vuole forse dirci “Sappi che la sfida è alta, preparati per bene”.

Siamo sempre pronti a rinfacciare ad altri le loro lentezze ed incostanze. Eppure anche noi non siamo stati sicuramente verso altri capaci di rispondere all’amore ricevuto. Quante scuse abbiamo trovato, quante lentezze.

Quante volte l’abbiamo fatto con Dio.

Questa pagina di Vangelo è l’immagine di come Cristo muove il suo Regno. Ci invita tutti a prendere parte al banchetto dove “mangiare amore” per noi “portare amore ad altri”…ma questo chiede impegno e troviamo scuse.

Sarebbe più comodo entrare senza troppi impegni. Allora Cristo cerca oltre, sempre oltre, anche chi apparentemente non merita.

Quando vuoi amare, quando vuoi vivere il Regno di Cristo, devi ragionare secondo gli stessi “sentimenti che furono suoi”: andare oltre, sempre oltre, anche se c’è apparentemente da perdere qualcosa.