Categoria: Vangeli Feriali

L’equilibrio è quello che spesso ci manca.

Quel “come te stesso” è la parte più dimenticata. Tanto ci diciamo sempre sul prossimo, sui verbi del buon samaritano, sull’attenzione all’altro.

Ma noi? Come possiamo amare gli altri se non sappiamo cosa noi desidereremmo di meglio così da donarlo?

Come potremmo amare se non siamo capaci di prenderci cura di noi?

Posso amare l’altro se mi sento amato da Dio, se mi amo….e tutto diventa naturale riflesso.

Ogni verbo del Buon Samaritano devo essere capace di applicarlo a me…alle mie ferite e storia.

Prendermi cura, sanare, fasciare…

Gesù riporta i suoi discepoli all’umiltà, all’essenziale. Esultano perché stanno facendo cose grandi, combattono il male, fanno opere. Gesù li richiama al fatto che l’aspetto più importante è “essere scritti nel libro dei cieli”. Ciò sposta l’attenzione dall’opera al perché e per chi facciamo le cose. Ed esalta poi i piccoli, coloro che sanno poco, ma sanno per chi vivono, per Dio ed Egli rivela loro Sapienza, il gusto delle cose piccole e belle della vita.

Francesco è un grande, é straordinario perché ci ricorda che è possibile fare ciò.

Il suo segreto? Nel Vangelo di oggi.

🔴 Consapevolezza che Dio mi affida un compito importante nonostante le mie fragilità… “hai rivelato…”

🔴 Presa di coscienza dei propri limiti… “… Ai piccoli”

🔴 Capacità di ringraziare Dio per ogni dono… “Ti rendo lode”

Questa è vita piena, gioia piena, perfetta letizia. Vivere la vita come un eterna preghiera, un eterno riconoscere frammenti di Dio, di bellezze nel mondo, nel creato, nei fratelli… Anche nelle cose più ostili. Lavorare duro per costruire e ricostruire fedeli a questa gioia anche quando tutto vuole eliminarla.

C’è un chiaro stile con cui essere discepoli e tutti lo siamo se vogliamo esserlo, questa missione può essere di tutti.

È una stile che parte da consapevolezze, decisioni e stupore.

La consapevolezza di essere portatori di una cosa più grande di sé che ti avvolge e riempie, illumina e trasforma. La bellezza di Dio. Non si sta portando sé stessi e o una bella idea. Questo libera da orgogli, prese di posizioni personali.

La decisione di tagliare ogni cosa che non è in accordo con questa bellezza. Non ci sono tornaconti dal portare questa bellezza, non possono esserci compromessi personali poiché è il dono che genera questa bellezza.

Lo stupore di riconoscere e ammettere che questa bellezza non può essere maltrattata, noi non possiamo essere maltrattati e quindi saper prendere distanze con libertà dai luoghi in cui essa non è accolta per poi magari con pazienza investire ancora e diversamente.

Senza cedere a orgogli personali.

Difficile descrivere gli Angeli, creature misteriose e invisibili, presenza sempre dolce e che da conforto.

La Bibbia ci parla di essi con certezza.

Una cosa certamente possiamo dire e affermare con certezza: per accoglierli dobbiamo sentirci piccoli.

Essi sono accanto a noi come custodi di Dio, ma se ci sentiamo onnipotenti e che bastiamo a noi stessi sarà impossibile poter godere della loro presenza.

E questo vale anche per gli angeli fraterni, quei tanti uomini e donne che Dio ha posto accanto a noi sulla strada della vita che in vari momenti ci accompagnano, spronano, salvano…con gesti, parole, sguardi, spesso silenzi.

I bambini sanno condividere, questa è una delle caratteristiche che abbiamo perso noi adulti.
I bambini non mancano di autostima e non si giudicano se non sono gli adulti a farli credere da me o meglio di altri anziché educarli alla loro unicità.
Quanta energie spendiamo inutilmente in queste divisioni e differenze.
Per questo Gesù contrappone a tutti questo un bambino. È un segno di presa di coscienza.

Bastone, sacca, sandali… oggetti semplici oggi ma indispensabili all’epoca per ogni avventura o viaggio.

Gesù chiede di andare senza nulla di comodo,  solo il discepolo con il suo cuore e la sua voce.

Noi oggi per annunciare sembra che cerchiamo la situazione ottimale, le condizioni giuste che diventano scuse per non fare e non impegnarsi.

Eppure bastiamo noi, la nostra esperienza, la nostra parola, il nostro cuore pienamente conquistato da Cristo li dove siamo, viviamo, lavoriamo.

Non serve altro solo il nostro essere innamorati di Lui.

Stupenda immagine di Gesù, dire che chi ascolta la Parola è suo familiare.

Un rapporto familiare è fiducia e confidenza .

Ci invita a prendere confidenza con la Sua Parola perché essa possa avere valore in noi, in una società piena di parole contrastanti dove è difficile cercare cerira e solidità.

Cristo propone una Parola che genera come padre e e madre.

Entriamo in confidenza con la Parola, lasciamoci generare

Ritroviamo lo stesso discorso della luce subito dopo le beatitudini nel Vangelo di Matteo, dopo il discorso del sale della terra e luce del mondo.
Dio ha posto un potenziale in ogni uomo in quanto suoi figli. Che ne facciamo? Dio lo ha posto perche collaborassimo come Cristo ad aumentare il Regno di Dio nel mondo.
Spesso ci facciamo spegnere, spesso lo investiamo male.
Nel bene o nel male verrà fuori. Se lo abbiamo curato questo potenziale come Dio voleva esplodere nel bene e tutti se ne accorgeranno. Se lo abbiamo calpestato o speso male esploderà nel male, nel buio e tutti lo noteranno.