#26Agosto2020 LA COERENZA TI RENDE FELICE (Mercoledì 21ma Tempo Ordinario)

A cura del prof. Massimiliano Arena
Non è stato di certo un bel complimento quello di Gesù ai suoi ascoltatori, sentirsi chiamare sepolcri. Un po’ come quando Giovanni chiamo i suoi “razza di vipere”. Espressioni dure per sottolineare essenziali questioni della vita.
Cosa è un sepolcro imbiancato? Un luogo ben curato, pulito, sempre pieno di luce (di bianco) ma che comunque contiene morte. Gesù sta duramente chiedendo coerenza tra ciò che siamo, ciò che vogliamo apparire, e ciò che facciamo.
Stiamo attenti e non apparire bei palazzi esternamente, quasi lussuose ville, ma poi dentro siamo sepolcri. Stiamo attenti a pensare ciò che facciamo chiedendoci sempre se è coerente con ciò in cui crediamo e sopratutto con ciò che vogliamo costruire di noi. Quando non c’è questa coerenza si diventa vittime del nascondimento, del calcolare tutto, per paura di essere smascherati. In questa non coerenza e mascheramento diventiamo dei sepolcri non solo per altri ma anche per noi, perché moriamo pian piano dentro.
Ecco il testo del Vangelo
Mt 23,27-32
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri»